RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO

Cos’è e come funziona il riscaldamento centralizzato

Il riscaldamento centralizzato consiste in un unico impianto, alimentato da una pompa di calore o una caldaia centralizzata, che fornisce calore a tutte le unità abitative di un edificio. Il calore prodotto viene distribuito successivamente attraverso una rete di tubazioni che alimentano i radiatori presenti in ogni appartamento. Chi vive in un condominio quasi sempre ha a che fare con un impianto di riscaldamento centralizzato.

Riscaldamento autonomo o centralizzato: tutte le differenze

Le principali differenze tra un impianto di riscaldamento centralizzato e uno di riscaldamento autonomo consistono nella gestione dei due sistemi:

  • Riscaldamento autonomo. Ogni abitazione dispone di una propria caldaia, in questo modo è possibile gestire orari e temperature in piena libertà e in base alle proprie esigenze personali.
  • Riscaldamento condominiale. La gestione del calore è collettiva, la caldaia infatti è condivisa da tutte le unità abitative presenti. Questa situazione limita la personalizzazione delle funzioni e qualsiasi intervento è vincolato alle decisioni condominiali. Orari e temperature sono stabiliti a livello condominiale, ma oggi grazie ai moderni sistemi di regolazione, molte strutture adottano sistemi che consentono di gestire autonomamente la temperatura di ogni stanza e unità abitativa e di pagare quindi solo i consumi effettivi.

La normativa sul riscaldamento condominiale

La normativa del riscaldamento condominiale fa riferimento a specifiche leggi nazionali e a un corpus di regolamenti condominiali che definiscono alcuni aspetti fondamentali.

  • Tempi di accensione. La data di accensione dei termosifoni nei condomini italiani è regolamentata dal D.P.R. 74/2013 che divide l’Italia in 6 zone climatiche, ciascuna con una propria data di accensione e spegnimento, che varia dal 15 ottobre al 1° dicembre (accensione) e dal 15 marzo al 15 aprile (spegnimento) in base all’area climatica in cui è situato l’immobile. Il riscaldamento condominiale inoltre potrà rimanere acceso solo entro un determinato numero di ore giornaliere in una fascia oraria che va dalle 5 alle 23.
  • Obbligo di contabilizzazione delle calorie. Dal 2016 per ogni unità abitativa è diventato obbligatorio dotarsi di valvole termostatiche, sistemi di contabilizzazione che consentono di regolare la temperatura in ogni singolo ambiente e calcolare il consumo effettivo di energia. Questo consente una ripartizione equa delle spese calcolate in base al consumo effettivo registrato dai contabilizzatori di calore installati.
  • Temperatura massima consentita. Per ridurre gli sprechi e contenere i costi la legge prevede che le temperature massime dei riscaldamenti condominiali all’interno delle singole unità abitative non debbano superare i 20 gradi.

Riscaldamento centralizzato: costi e come risparmiare

I costi di un riscaldamento centralizzato sono fissi e dipendono da alcuni fattori specifici:

Come risparmiare sul riscaldamento centralizzato? Tra le varie strategie per contenere spese e consumi di un riscaldamento condominiale e ottenere un buon risparmio energetico rientrano:

  • l’uso di tecnologie innovative come l’applicazione di contabilizzatori intelligenti che consentono di regolare la temperatura di ogni stanza e all’occorrenza di accendere o spegnere i radiatori, evitando che rimangano accesi ad esempio nelle stanze meno utilizzate;
  • il ricorso a interventi di isolamento termico, come la sostituzione di porte e infissi con modelli più efficienti e performanti;
  • manutenzione regolare della caldaia condominiale;
  • l’adozione di comportamenti virtuosi: sfruttare il più possibile la luce naturale, non coprire i termosifoni, non lasciare le finestre aperte a lungo.

Vantaggi e svantaggi del riscaldamento centralizzato condominiale

La scelta tra riscaldamento autonomo o centralizzato dipende dalle esigenze individuali e dalle caratteristiche dell’immobile ma come ogni sistema ha i suoi pro e contro.

Tra i vantaggi del riscaldamento centralizzato rientrano:

  • alta efficienza energetica: una caldaia o una pompa di calore centralizzate garantiscono un rendimento maggiore rispetto a quello di impianti autonomi;
  • un unico impianto: non c’è bisogno di acquistare una caldaia propria né preoccuparsi della manutenzione individuale, ci pensa l’amministratore;
  • spese condivise fra tutti i condomini.

I lati negativi comprendono invece:

  • orari e temperature decisi collettivamente: non è possibile decidere quando accendere o spegnere il riscaldamento;
  • gestione limitata dell’impianto;
  • costi lievemente maggiori rispetto a quelli del riscaldamento autonomo, anche se si passa poco tempo in casa.

Come effettuare il distacco dal riscaldamento centralizzato

Il distacco dal riscaldamento centralizzato per gestire il proprio impianto in autonomia secondo l’articolo 1118 del Codice civile è possibile, a condizione che si rispettino determinate condizioni:

  • non danneggiare l’impianto di riscaldamento dell’immobile
  • non alterare il suo equilibrio termico
  • non causare un aumento delle spese per gli altri condomini

Per effettuare il distacco sarà necessario:

  • richiedere una perizia tecnica per attestare il pieno rispetto delle condizioni sopracitate;
  • informare l’amministratore di condominio allegando l’esito della perizia che dimostri il rispetto delle norme previste;
  • installare un impianto termico autonomo subito dopo essersi scollegato dall'impianto centralizzato. In assenza di questo passaggio, infatti, il condomino potrebbe usufruire involontariamente del calore prodotto dall'impianto centrale gravando sui costi degli altri condomini.

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Il contenuto è a scopo informativo per cui Vivigas S.p.A. non si assume la responsabilità in caso di errori/omissioni e invita sempre il cliente a visitare il sito di Arera per qualsiasi verifica o approfondimento.