Come lascia intendere la stessa sigla Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, i RAEE sono i rifiuti elettronici generati dalla dismissione di elettrodomestici e apparecchiature informatiche e di consumo (lampadine, frigoriferi, spazzolini elettrici, frullatori, condizionatori, console da gioco, chiavette USB, biciclette elettriche e ciabatte).
Per essere più precisi tra i rifiuti RAEE rientrano tutti quegli oggetti il cui funzionamento dipende dalla corrente elettrica o da campi elettromagnetici; si tratta di rifiuti speciali non biodegradabili e tossici per l’ambiente, che quindi una volta fuori uso hanno bisogno di essere smaltiti correttamente. Sono però anche ricchi di metalli come il piombo, il ferro, il rame o l’argento che possono essere riciclati e riutilizzati.
Esistono due macro categorie di RAEE:
I rifiuti RAEE domestici vengono classificati in cinque raggruppamenti principali:
I rifiuti RAEE professionali sono divisi invece in sei categorie:
Il modo migliore per smaltire i rifiuti elettronici domestici è non mescolarli con gli altri, ma differenziarli consentendone il riciclo. Una volta separati in base alle loro caratteristiche e componenti, i cittadini possono portarli nei centri raccolta RAEE messi a disposizione dal Comune di residenza dove vengono smontati e smistati in base ai materiali che li compongono oppure possono essere consegnati in alcuni punti vendita (negozi di elettronica o supermercati) responsabili dello smaltimento. Al momento di acquistare ad esempio un nuovo elettrodomestico ogni cittadino ha il diritto di riconsegnare quello vecchio o di richiedere al rivenditore il ritiro a domicilio a condizione che l’apparecchiatura da smaltire non sia nociva per la salute o l’ambiente. I piccoli dispositivi come le lampadine possono essere restituiti al negozio in appositi contenitori e senza obbligo di acquisto.
A differenza dello smaltimento dei RAEE domestici quello dei RAEE per aziende è un’operazione che richiede particolari accortezze: innanzitutto deve essere tracciabile e l’azienda che ha prodotto i rifiuti deve certificarne il corretto smaltimento, pena il rischio di sanzioni.
I RAEE prodotti dalle aziende non possono essere portati nei classici centri di raccolta comunali, ma vanno consegnati a operatori specializzati che si occuperanno di trasportarli nei centri autorizzati, per un corretto trattamento e riciclo dei RAEE. A loro spetta il compito, inoltre, di rilasciare una certificazione di presa in carico e di comunicare i dati relativi all’impianto di trattamento in cui i rifiuti verranno trasportati.
Lo smaltimento dei rifiuti elettronici può avere dei costi molto diversi in base ad alcuni fattori:
Si stima che per RAEE non pericolosi il costo sia intorno ai 0.30 euro per Kg, mentre per RAEE pericolosi la spesa può arrivare a 1 euro per Kg.
Un corretto smaltimento dei RAEE improntato al riciclo e al recupero è importante per limitare l’impatto ambientale dovuto a un numero sempre crescente di rifiuti elettronici e favorire un modello di economia circolare. Le normative sui RAEE che si sono susseguite negli anni non hanno fatto altro che incoraggiare questo tipo di approccio; le disposizioni relative alla corretta gestione dei RAEE fanno capo principalmente alla direttiva europea 2012/19/EU recepita dall’Italia con il Decreto legge 49 del 14 marzo 2014. Il decreto, oltre a determinare con chiarezza la differenza tra RAEE domestici e professionali, introduce tra i rifiuti elettronici anche i pannelli fotovoltaici e regola il loro smaltimento definendone obblighi e ruoli.
Stabilisce inoltre dei principi fondamentali a cui devono ispirarsi le norme per un corretto smaltimento:
Gli ultimi aggiornamenti in materia sono quelli introdotti dal Pacchetto Economia Circolare, contenuto nel D. Lgs. 118/2020 che introduce alcuni obblighi come:
A maggio 2023 è stato pubblicato in Gazzetta il decreto attuativo sui nuovi raggruppamenti dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Si tratta del decreto attuativo relativo alla normativa nota come Open Scope del 15 agosto 2018, che amplia la definizione di rifiuti RAEE includendo nella categoria gadget e periferiche, che fino a quel momento non trovavano una collocazione nella raccolta differenziata.
Lo smaltimento dei RAEE è importante anche per un altro motivo: è uno dei metodi per ottenere terre rare senza doverle estrarre nuovamente dal suolo garantendo così una certa sostenibilità energetica. Si tratta di metalli rari (in tutto 17) di cui non si trovano giacimenti abbastanza grandi da renderne l’estrazione redditizia, che in questo caso verrebbero estratti e recuperati attraverso il riciclo degli apparecchi elettronici in disuso. I RAEE diventano così una vera e propria miniera di terre rare incoraggiando modelli di sviluppo sostenibile.
Per vivere all’insegna della sostenibilità contano anche le proprie abitudini di consumo, provare a migliorarle aumentando l’efficienza della propria casa può essere una buona pratica. In questo caso scegliere un fornitore attento all’ambiente e capace di incoraggiare questi comportamenti può rivelarsi vincente. VIVI energia con l’offerta di servizi di efficienza energetica è l’alleata giusta. Ecco perché: