Cos’è l’Earth Overshoot Day
Nel 2023 è arrivato il 2 agosto, ma l’anno precedente era stato il 28 luglio. È l’Earth Overshoot Day il giorno in cui la Terra entra in deficit ecologico consumando più risorse di quante ne possa rigenerare nell’arco di 365 giorni. In termini pratici segna il momento nel quale il nostro Pianeta ha esaurito tutte le risorse dell’anno in corso e inizia a usufruire di quelle dell’anno successivo; la data cambia sempre in base alla velocità con cui le risorse vengono consumate, spesso arrivando in anticipo. Nel 2024 l’Overshoot Day sarà il 25 luglio: vuol dire che per quel giorno la Terrà avrà esaurito le risorse a disposizione e che non sarà in grado di rigenerarle entro la fine dell’anno. Il nostro pianeta fatica a stare dietro ai nostri ritmi di consumo.
L’Earth Overshoot Day viene calcolata dal Global Footprint Network (GFN) sulla base di due fattori:
Mettendo a confronto questi due indicatori la GFN calcola il numero di giorni necessari in un anno affinché la biocapacità della Terra possa coprire la nostra impronta ecologica; quelli che restano sono in “overshoot” (“sovrasfruttamento”). Il calcolo è il seguente: si divide la biocapacità (la capacità della Terra di provvedere alla domanda di risorse ecologiche da parte dell’uomo in un anno) per l’impronta ecologica di un essere umano (la quantità di terra e di mare necessaria per produrre e rigenerare le risorse consumate in quell’anno) e si moltiplica per 365. Il risultato definisce la data esatta dell’Overshoot Day, il giorno dell’anno in cui il bilancio comincerà ad andare in deficit e la domanda supererà l’offerta. Questo spiega per esempio il cambiamento climatico in corso: abbiamo, cioè, immesso nell’atmosfera quantità di CO2 maggiori rispetto quelle che il pianeta è in grado di assorbire; secondo i dati dell’ultimo Overshoot Day, si stima che stiamo consumando la quantità di risorse di due Terre, mentre fino al 1970 ce ne bastava una.
Tra i parametri principali che incidono sul calcolo dell’Earth Overshoot Day rientrano:
La data dell’Overshoot Day viene ricalcolata ogni anno a partire dal 1961, ma negli ultimi decenni tende a essere sempre in anticipo: a partire dal 2010 si è arrivati progressivamente al mese di luglio, nel 2022 era il 28 luglio, nel 2021 è arrivato appena un giorno dopo, il 29, registrando un’inversione di tendenza solo nel 2020, complice la pandemia da Coronavirus che l’aveva spostato in avanti fissandolo al 22 agosto, ben tre settimane in ritardo rispetto al 2019. Nel 2024 sarà addirittura il 25 luglio, una vera e propria catastrofe se consideriamo che nel 1971 l’Overshoot Day era arrivato solo il 25 dicembre a pochi giorni dalla fine dell’anno.
Non tutti i paesi sono in debito ecologico con la Terra, la data dell’Overshoot Day cambia infatti da una nazione all’altra: alcuni ne producono di più come, ad esempio, i paesi del Nord del mondo, altri meno. Nel 2023 secondo i dati forniti dalla National Footprint and Biocapacity Accounts la maglia nera è andata al Qatar dove l’allarme è scattato il 10 febbraio, seguito da Lussemburgo (14 febbraio), Stati Uniti, Canada e Emirati Arabi Uniti (13 marzo); meglio la Cina che nonostante gli elevati livelli di inquinamento, registra il proprio Overshoot Day il 2 giugno.
Anche l’Italia è stata nel 2023 fra i primi paesi ad essere in debito con la Terra: il suo countdown è iniziato infatti già il 15 maggio e non è andata meglio per altri paesi Europei come la Germania (4 maggio), la Francia (5 maggio), il Portogallo (7 maggio) e la Spagna (12 maggio).
Tra quelli più virtuosi ci sono invece alcuni paesi in via di sviluppo: al primo posto la Giamaica con un Overshoot Day al 20 di dicembre, l’Ecuador (6 dicembre) e l’Indonesia (3 dicembre)
Una cosa è certa: siamo in debito con la Terra che abitiamo, ma ritardare l’Overshoot Day è ancora possibile. Come? Adottando comportamenti improntati ad una maggiore sostenibilità ambientale e incoraggiando sempre più misure di green economy. Eccone alcuni:
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