Cos’è il PCV nella bolletta della luce?
La sigla ricorrente nella bolletta della luce PCV, appartiene alla categoria dei costi fissi in bolletta, ovvero dei costi indipendenti dai consumi fatturati che invece possono variare. Il PCV, acronimo per Prezzo Commercializzazione Vendita, indica i costi sostenuti dal gestore per tutte le attività di gestione commerciale (ad esempio comunicazioni di marketing, promozioni, informazioni) svolte per fornire l’energia all’utente finale. A definirlo è il fornitore stesso all’interno delle condizioni contrattuali e si trova nella sezione relativa alla somma destinata alla spesa materia energia. Il venditore può non applicarla e sostituirla con una componente valorizzata a sua scelta.
L’importo dei costi di commercializzazione si esprime in euro annui e il suo valore cambia a seconda che ci si trovi nel mercato a maggior tutela o nel mercato libero dell’energia elettrica.
Nel primo caso, in cui a stabilire i prezzi è lo Stato attraverso l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), il PCV viene aggiornato periodicamente, di solito annualmente, ed è uguale per tutti i gestori che operano nell’ambito del mercato tutelato. Per il primo trimestre 2021 ad esempio, la componente PCV nel servizio di maggior tutela è di:
Nel mercato libero , è la singola società di vendita di energia a stabilire i valori dei costi di commercializzazione, senza sottostare a valori imposti da Autorità o a variazioni periodiche; in regime di mercato libero tali costi possono anche coprire alcuni servizi aggiuntivi o ulteriori, senza contare il fatto che il cliente può usufruire di tariffe bloccate per un periodo che va dai 12 ai 36 mesi.
Il PCV è sempre calcolato al netto del DispBT, ovvero della Componente di Dispacciamento. È un’altra sigla presente sulla bolletta dell’energia elettrica e si trova all’interno delle voci che compongono la spesa per la materia energia. A cosa serve? Semplice: riduce il costo compensando la differenza tra gli importi versati attraverso la componente commercializzazione e i costi di gestione commerciale effettivamente sostenuti dalle imprese di vendita.
Si accredita in fattura ai clienti che aderiscono al servizio di maggior tutela, ed è composta da una parte fissa, accreditata indipendente dai consumi (indicata dal segno -), ed eventualmente da una parte variabile, addebitata al cliente in proporzione al consumo annuo.
La componente PCV o i costi di commercializzazione non è l’unico costo fisso presente in fattura, a questo se ne aggiungono altri e insieme determinano l’importo finale della bolletta. Che si usi o meno la luce poco importa, perché sono indipendenti dai consumi effettivi e restano uguali per tutti gli operatori del mercato libero. Riguardano:
Costi fissi o variabili, sigle, abbreviazioni, oneri vari. Orientarsi tra le voci di spesa che compongono la bolletta della luce non è semplice, ma una lettura consapevole e una bolletta chiara, trasparente e leggibile sono condizioni necessarie per la scelta del gestore più conveniente sul mercato.
L’importo finale è infatti solo in parte determinato dal costo dell’energia e dai consumi effettivi del cliente (costi variabili), il resto è generato dai costi fissi che, come nel caso degli oneri di commercializzazione, in un regime di mercato libero arrivano a coprire anche alcuni servizi aggiuntivi rispetto a quelli normalmente garantiti dal mercato tutelato.
È il caso, per esempio, di VIVI energia che offre al cliente diversi vantaggi come: