L'energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile che sfrutta il calore naturalmente presente nella crosta terrestre per produrre elettricità o calore. Ma come è possibile recuperare il calore dalla Terra? I vulcani, i gyser e le sorgenti di acqua calda ne sono un esempio. La temperatura del suolo aumenta man mano che si scende in profondità, registrando un incremento di 3 gradi centigradi ogni 100 metri: le acque sotterranee, a contatto con rocce ad alte temperature, si trasformano in vapore. L'energia geotermica è una fonte affidabile e stabile da cui è possibile ricavare una quantità di energia costante nel tempo e rispetto alle altre fonti rinnovabili si caratterizza per un'occupazione del suolo più contenuta. Ecco una breve guida per conoscere meglio questa fonte di energia alternativa e rinnovabile rispettosa dell'ambiente e del territorio.
La geotermia ha una storia lunga: la parola viene dal greco "gea" e "thermòs" e significa “calore della Terra”. L'uso dell'energia geotermica risale all’antichità, da sempre infatti l’uomo sfrutta il calore proveniente dalla terra per riscaldarsi, cucinare o alimentare i complessi termali: basta pensare alle sorgenti calde utilizzate per la balneazione fin dal Paleolitico, ai bagni termali di epoca ellenica o alle sorgenti utilizzate dai Romani per alimentare i bagni pubblici e il riscaldamento a pavimento. Ma per arrivare all’utilizzo dell’energia geotermica così come la conosciamo oggi bisogna arrivare al 1892, con il primo sistema di teleriscaldamento alimentato direttamente da energia geotermica, a Boise negli Stati Uniti. Solo nel ‘900 arriva la possibilità di sfruttarla per la produzione di elettricità; in Italia il primo impianto viene realizzato a Lardarello, in Toscana. Da allora la tecnologia ha compiuto progressi significativi permettendo di trivellare a profondità maggiori; così, ad esempio, Stati Uniti e Islanda hanno ottimizzato l’utilizzo dell’energia geotermica presenti nei rispettivi territori, sfruttandoli soprattutto per il riscaldamento domestico.
Una volta chiarita la definizione di energia geotermica, scopriamo invece come funziona la geotermia. Il calore geotermico è il risultato di processi di decadimento nucleare di elementi radioattivi (uranio, torio e potassio) presenti all'interno del sottosuolo. L'energia geotermica accumulata nel sottosuolo arriva in superficie attraverso vettori fluidi come acqua e vapore; questa può essere sfruttata per produrre energia elettrica, ma per farlo c’è bisogno di una centrale geotermica. Ne esistono tre tipologie.
Ma come funziona una centrale geotermica? Dei pozzi di estrazione scavati nel terreno per alcuni chilometri permettono ai fluidi geotermici di risalire verso la superficie; il vapore incanalato mette in moto la turbina generando energia meccanica che successivamente un alternatore trasformerà in energia elettrica. I vapori vengono quindi raffreddati in un condensatore e l’acqua ottenuta viene reimmessa nel sottosuolo. In questi casi si parla di una geotermia ad alta entalpia, sistemi in cui la temperatura raggiunge o supera i 150 gradi.
L'energia geotermica può essere impiegata in diversi modi. Ecco quali sono i principali campi di applicazione:
È un tipo di impianto che utilizza una pompa di calore geotermica per produrre riscaldamento o raffreddamento: in inverno la pompa assorbe il calore dal terreno per riversarlo negli ambienti interni e riscaldarli, mentre in estate assorbe calore dagli ambienti per riversarlo nel terreno. Si tratta di impianti a bassa entalpia, la temperatura cioè oscilla tra i 20 e gli 80 gradi centigradi; un sistema di riscaldamento geotermico funziona grazie a una rete di tubi sotterranei all’interno dei quali scorre un liquido termovettore che raccoglie l’energia termica del terreno e dell’acqua e la trasporta alla pompa di calore. Da qui il calore viene trasferito all’acqua o all’aria per riscaldare gli ambienti (tramite pannelli radianti, riscaldamento a pavimento e i ventilconvettori) o per produrre acqua calda sanitaria. Nel caso di raffreddamento il processo è esattamente inverso. Il costo di un impianto geotermico è molto variabile e dipende da diversi fattori: la qualità degli elementi scelti, il tipo di terreno dove verrà installato, le dimensioni dell’edificio e il grado di isolamento termico. Per un’abitazione di 100 mq i costi possono variare dai 30 ai 60 mila euro.
La geotermia in Italia è molto diffusa e secondo i dati del 2019 rappresenta il 2% e del 5% del fabbisogno energetico complessivo e il 5% circa per quanto riguarda le sole fonti rinnovabili; si stima inoltre che ogni anno il nostro paese produca 6 terawattora di energia geotermica. In base alla classifica invece dei dieci maggiori Paesi geotermici del 2023 stilata da ThinkGeoEnergy’s, l'Italia si colloca in ottava posizione con una capacità pari a 916 MW. A livello globale, fanno meglio di noi gli Stati Uniti con una capacità pari a 3.900 MW, seguiti da Indonesia, Filippine, Turchia, Nuova Zelanda e Kenya. Nel nostro Paese le zone ad alta geotermia si trovano in Toscana: si tratta del triangolo Larderello-Travale-Radicondoli e del Monte Amiata. A Larderello si trova il più grande impianto geotermico di tutta Europa; oltre che in Toscana le centrali geotermiche in Italia sono dislocate tra Campania, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Friuli-Venezia-Giulia.
Fonte di energia verde e rinnovabile per eccellenza, l'energia geotermica è un'energia alternativa e pulita a cui fanno da cornice non trascurabili vantaggi.
Tuttavia non mancano gli aspetti negativi come:
Produrre energia elettrica pulita anche nelle proprie case è un bene per l’ambiente e il portafogli: l’uso di energie rinnovabili consente infatti di alleggerire la bolletta e risparmiare. Per questo è importante scegliere un fornitore di energia sostenibile come VIVI energia che ai suoi clienti garantisce:
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