Il teleriscaldamento è un sistema avanzato di riscaldamento urbano, che consente di produrre acqua calda sanitaria o riscaldare case, uffici e altre strutture tramite una rete di distribuzione dell’energia termica. Si basa sul trasporto a distanza del calore che invece di essere prodotto all’interno degli ambienti da riscaldare, viene generato in apposite centrali termoelettriche. Niente più caldaie in casa, una rete di condutture e tubi trasporterà il calore dal luogo di produzione a quello di utilizzo. Nel caso in cui la rete venga utilizzata per il raffrescamento delle abitazioni tramite il trasporto di acqua refrigerata, il sistema prende il nome di teleraffrescamento. Rispetto ai metodi più classici di riscaldamento basati su sistemi a caldaia, le centrali possono utilizzare anche fonti rinnovabili in alternativa ai combustibili tradizionali, contribuendo così a una considerevole riduzione delle emissioni e degli sprechi. Oltre a garantire un significativo risparmio energetico gli impianti di teleriscaldamento si rivelano quindi particolarmente economici, sicuri e attenti all’ambiente.
Un impianto di teleriscaldamento è composto da:
Ecco come funziona.
Un sistema di teleriscaldamento può essere diretto o indiretto. Nel sistema di teleriscaldamento diretto un solo circuito idraulico ha il compito di collegare la centrale di produzione dell’energia con il riscaldamento dell’utente. Il teleriscaldamento indiretto, invece, presenta due o più circuiti separati e collegati mediante scambiatori di calore.
Il teleriscaldamento produce calore tramite diversi tipi di combustibili o sistemi.
I campi di applicazione del teleriscaldamento comprendono diversi settori:
A giugno 2022 il GSE ha presentato il quarto rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia". I sistemi di energia termoelettrica (impianti di cogenerazione) in esercizio nel Belpaese a fine 2020 erano circa 340 e sono diffusi in circa 284 comuni in gran parte concentrati nelle regioni settentrionali. L’estensione complessiva della rete di Centrali termoelettriche in Italia (impianto di cogenerazione) è di 5.000 km e 9,8 GW di potenza installata. Per il solo settore residenziale viene soddisfatto circa il 2% della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria del Paese. L’82% della potenza degli impianti a servizio della rete è ricavato da fonti fossili, il restante 16% da fonti di energia rinnovabili. Le utenze residenziali rappresentano il 63% della volumetria riscaldata in Italia da reti di teleriscaldamento; seguono il terziario (34%) e le utenze industriali (3%). Della volumetria riscaldata complessiva il 42% circa si concentra in Lombardia, il 27% in Piemonte, il 12% in Emilia-Romagna, il 7% nella provincia di Bolzano e il resto si divide tra Veneto, Trento, Liguria, Valle d’Aosta, Lazio, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Umbria.
(Fonte: https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/GSE%20-%20Nota%20Teleriscaldamento%20e%20teleraffrescamento%202022.pdf).
È evidente che il teleriscaldamento sia in espansione soprattutto nelle grandi città del nord come Torino, Brescia e Milano. Nel 1971 Brescia è stata la prima città a usare un impianto di teleriscaldamento, seguita subito dopo da Torino. Non fa eccezione Milano servita oggi da tre impianti: la centrale a Tecnocity nell’area Bicocca che provvede a riscaldare l’area di Milano Nord, l’impianto di Canavese che invece riscalda la zona Est, e il termovalorizzatore Silla 2 e l’impianto di Famagosta che servono i quartieri di Milano Ovest.
Il futuro del teleriscaldamento passa attraverso la combinazione di intelligenza artificiale, fonti rinnovabili e tecniche di cogenerazione sempre più ad alta efficienza. Una delle ultime frontiere è quella ad esempio del teleriscaldamento solare, un impianto che produce calore utilizzando come fonte di alimentazione l’energia solare generata dai pannelli fotovoltaici. Ci sono poi le centrali che funzionano per cogenerazione, che grazie alla possibilità di produrre contemporaneamente energia elettrica e termica da una sola fonte energetica, contribuisce a massimizzare il risparmio e ridurre notevolmente le emissioni di CO2. Ma c’è chi va oltre: è il caso di uno dei progetti allo studio nel piano di A2A per Milano, che punta allo sviluppo di tecnologie in grado di recuperare il calore prodotto dai data center e riutilizzarlo per riscaldare gli edifici tramite impianti di teleriscaldamento.
Il teleriscaldamento garantisce una serie di vantaggi:
Non mancano però gli svantaggi:
Un passo fondamentale per ridurre ulteriormente i consumi energetici e migliorare il comfort della propria abitazione è la scelta di un fornitore attento alla sostenibilità come VIVI energia, che unisce i vantaggi di un gestore trasparente e competitivo con la possibilità di ricorrere a diverse soluzioni di efficienza energetica: