CONSUMO SCALDABAGNO ELETTRICO

Cos’è uno scaldabagno elettrico, come funziona e che impatto ha sulla bolletta

È uno degli elettrodomestici più comuni e diffusi nelle case degli italiani, il suo scopo è quello di trasformare l’energia elettrica in calore. Parliamo dello scaldabagno elettrico progettato per riscaldare l’acqua sfruttando la corrente; si compone di un serbatoio per raccogliere l’acqua, una resistenza elettrica per riscaldarla e un termostato per regolare la temperatura. Il boiler o scaldabagno elettrico è collegato alla presa di corrente; quando la resistenza alimentata dalla corrente si scalda il calore viene ceduto all’acqua contenuta all’interno del serbatoio.

Questa operazione non si interrompe mai, il consumo di corrente è infatti continuo, quando infatti la temperatura scende, la resistenza si scalda di nuovo per riportarla a quella preimpostato sul termostato. Questo permette di disporre sempre di una grande quantità d’acqua calda, ma l'impatto sulla bolletta della luce può essere significativo. Gli scaldabagni elettrici richiedono una quantità considerevole di energia per riscaldare l'acqua, il che si traduce in un aumento delle spese.

Scaldabagno elettrico: quanto consuma

Qual è il consumo di uno scaldabagno elettrico? Le stime sono molto indicative e variano in base al tipo di scaldabagno e alla capacità. Un boiler da 30 litri, adatto per una sola persona, ha una potenza di 1200 Watt: con una temperatura costante di 45 gradi il consumo giornaliero è di 1,6 kW, all’incirca 48 kW mensili. Uno scaldabagno di 50 litri, ideale per due persone, con una potenza di 1.600 Watt e alla medesima temperatura, potrebbe arrivare a consumare mensilmente 113 kW. Un boiler elettrico da 100 litri invece e una potenza da 2400 Watt ha un consumo quotidiano di all'incirca 4 kW, ovvero 125 kW al mese. In sostanza si calcola che uno scaldabagno lasciato acceso per alcune ore può raggiungere consumi 8 volte superiori a quelli di un frigorifero attivo ventiquattro ore su ventiquattro.

Scaldabagno a pompa di calore

Oggi un’alternativa più efficiente in termini di consumi è rappresentata dal sistema a pompa di calore, che per funzionare non ha bisogno di combustibili fossili. Si alimenta infatti tramite l’energia termica assorbita dall’aria esterna e utilizzata poi per riscaldare l’acqua che usiamo in casa. Lo scaldabagno elettrico a pompa di calore funziona attraverso un circuito chiuso all’interno del quale circola un liquido refrigerante; una volta prelevato il calore dell’aria viene ceduto all’acqua sanitaria, fino a portarla a una temperatura che può arrivare al massimo a 60 gradi.

L’acqua calda viene così raccolta e immagazzinata nell’accumulatore ed è quindi pronta all’uso. Rispetto a un boiler tradizionale, quello a pompa di calore consuma molto di meno e offre un rendimento migliore: l’energia elettrica che nel classico scaldabagno viene usato infatti per produrre calore, qui serve solo per aspirare l’aria dall’esterno; per ogni kWh di energia elettrica assorbita si possono produrre 2,6 kWh di energia termica utile a riscaldare l’acqua, a fronte degli 0,9 kWh restituiti da un boiler tradizionale; è più ecosostenibile, perché non rilascia emissioni inquinanti nell’atmosfera e l’impatto sull’ambiente è quasi pari a zero.


Cosa incide sul consumo di uno scaldabagno elettrico

I fattori che incidono sul consumo di energia elettrica dello scaldabagno sono molteplici:

  • la potenza
  • la capacità
  • il modello
  • il numero di rubinetti presenti e le dimensioni dell’abitazione
  • le abitudini di consumo del nucleo familiare che vi abita

Come risparmiare sul consumo di uno scaldabagno elettrico

Esistono diverse strategie utili a ridurre il consumo energetico di uno scaldabagno elettrico:

  • regolare la temperatura del termostato a livelli accettabili, intorno ai 40 gradi d’estate e tra i 50 e i 60 d’inverno;
  • usare preferibilmente uno scaldabagno a basso consumo, appartenente cioè a classi energetiche elevate (A). Sono più efficienti, moderni e garantiscono consumi più ridotti rispetto a quelli di classe inferiore;
  • posizionare lo scaldabagno nel posto giusto, lontano per esempio da finestre o luoghi umidi e freddi, ma vicino ai sanitari utilizzati per fornire acqua calda, così da ridurre al minimo le dispersioni di calore;
  • installare sui rubinetti dei riduttori di flusso, che aiutano a limitare gli sprechi d’acqua calda;
  • utilizzare un boiler commisurato al proprio fabbisogno di acqua calda sanitaria: uno troppo grande finirebbe per gravare inutilmente sulla bolletta della luce, mentre uno troppo piccolo non riuscirebbe a soddisfare le esigenze dell’utente;
  • fare una manutenzione periodica: uno scaldabagno tenuto in buono stato consumerà molto di meno rispetto a uno con piccoli guasti elettrici o accumuli di calcare che ad esempio fanno lavorare di più la resistenza.


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