La cessione del credito, inserita nel Decreto Rilancio del 2020, è l’istituto giuridico che prevede la cessione del credito d’imposta derivante dalle detrazioni fiscali a soggetti terzi come intermediari finanziari, banche e ditte appaltatrici. Strettamente correlata all’Ecobonus, la cessione creditizia ha subito nel corso degli anni numerose modifiche. Se fino al 2017 era possibile richiederla soltanto per interventi effettuati sulle parti comuni condominiali, nel gennaio 2018 le cose cambiano radicalmente. Il legislatore, infatti, ha ampliato il concetto di cessione del credito al fornitore comprendendo anche le singole unità immobiliari ma non solo. La possibilità di usufruirne è stata estesa dai contribuenti appartenenti alla no-tax area a coloro che sono tenuti sia al versamento dell’Irpef che alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Da un punto di vista strettamente pratico, grazie alla cessione del credito, il contribuente riceve direttamente la somma totale che gli spetta in base alle detrazioni, anziché attendere che gli sia scalata dalle tasse in 10 rate annuali. I lavori per cui è possibile richiedere la cessione del credito sono:
Il credito d’imposta può essere ceduto da tutti coloro che eseguono lavori finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche e alla messa in sicurezza di un immobile e che sono riconosciuti dalla legge come beneficiari degli incentivi fiscali. Il credito così ceduto può essere utilizzato dal cessionario che potrà impiegarlo anche in compensazione per i lavori svolti. Ma a chi va ceduto il credito? La legge stabilisce che i cessionari possono essere le banche e gli intermediari finanziari soltanto quando il cedente è incapiente, fatta eccezione per il credito d'imposta derivante dal Sismabonus. La seconda opzione prevede che i destinatari possano essere anche gli stessi fornitori che hanno eseguito materialmente i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione energetica dell’edificio. La cessione del credito può avvenire anche nei confronti delle Energy Service Companies (ESCO) e delle Società di Servizi Energetici (SSE) purché siano accreditate presso il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. Effettuare la cessione nei confronti di questi soggetti comporta una serie di benefici, derivanti dal fatto che queste realtà imprenditoriali sono in grado di anticipare il credito che deriverà dalla cessione a favore di terzi autorizzati dalla legge. Nello specifico i vantaggi sono:
Grazie alla nuova normativa, è possibile acquistare e installare la caldaia a condensazione con cessione del credito. La cessione del credito caldaia prevede che il cliente possa beneficiare nell’immediato di uno sconto pari al valore della detrazione IRPEF. In termini pratici tale sconto può coprire fino al 65% della spesa sostenuta. Al cliente, quindi, non rimarrà altro che pagare soltanto il 35% del valore della caldaia a condensazione, senza attendere le fatidiche dieci rate annuali.
La procedura da seguire per richiedere la cessione del credito climatizzatori è molto semplice. Il primo passo è scegliere un modello di ultima generazione che possieda quelle caratteristiche, come l’utilizzo di una pompa di calore A++ o la presenza del nuovo gas refrigerante R32, necessarie per migliorare l'efficienza energetica dell’edificio. Grazie alla cessione che può arrivare fino al 65% della spesa sostenuta, il cliente sostiene soltanto le i costi relativi alla quota non incentivabile.
L’installazione del fotovoltaico è un classico esempio di riqualificazione energetica dell'immobile. Anche in questo caso il cliente può richiedere la cessione del credito che permette di usufruire immediatamente dello sconto relativo alla quota prevista dalla legge.
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